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A causa di un ritrovamento di resti
fossili dagli importanti risvolti etnografici e antropologici, nei giorni
scorsi è apparso con grande evidenza sulle pagine dei giornali il nome di un
luogo esotico sconosciuto ai più: TURKANA.
Molti di noi, richiesti di
indicarlo sulla carta geografica, punterebbero il dito su una qualche area dell’Asia
Minore. Sbagliato! Turkana è il nome
di un grande lago del Kenia. È un luogo importante per la storia dell’umanità:
una storia molto antica che comincia un milione e mezzo di anni fa con il Ragazzo di Turkana.
Il Ragazzo di Turkana (rinominato Nariokotome Boy-KNM-WT 15000) è un ominide risalente a un milione e mezzo di
anni fa scoperto nel 1984 nei pressi del lago di Turkana. Il suo aspetto, la
capacità cranica superiore ad altre specie ominine e il suo presumibile stile
di vita ne fanno un anello evolutivo molto prossimo a Homo sapiens. Al Ragazzo di Turkana avevo dedicato una
paginetta nel mio saggio Diventare Umani: origine ed evoluzione di quel che siamo (Aracne,
2013): “Il Ragazzo di Turkana”, scrivevo, “è il primo ominide di statura simile alla nostra. Classificato
inizialmente come Homo erectus, viene
ora considerato appartenente a Homo
ergaster. Il famoso paleontologo Ian Tattersal – che non per caso ha scritto un libro dal titolo molto
simile al mio: Becoming Human: Evolution
and Human Uniqueness – ritiene che il Ragazzo
di Turkana possedesse un potenziale cognitivo superiore a quello degli
ominidi suoi predecessori: un potenziale cognitivo tale da consentirgli di
realizzare un salto cognitivo qualitativamente rilevante. In effetti, intorno a
un milione e mezzo di anni fa, Homo
ergaster cominciava a padroneggiare il fuoco e a fabbricare strumenti litici
come armi di pietra dalla lama simmetrica e regolare”.
Un
milione e mezzo di anni fa il Ragazzo di
Turkana stava preparando lo straordinario armamentario cognitivo di Homo
sapiens. I resti fossili ritrovati recentemente vicino a Turkana (a Nataruk per l’esattezza) ci mostrano una successiva puntata della
storia iniziata dal Ragazzo di Turkana
e ci mettono sotto gli occhi una delle impreviste conseguenze del potenziale
cognitivo di cui Homo sapiens va fiero.
Da: Il Corriere della Sera, 21 gennaio 2016 |
Nei
pressi di Nataruk, ai margini del
lago Turkana, una spedizione scientifica dell’Università di Cambridge ha
rinvenuto gli scheletri fossili di 27 esemplari di Homo sapiens risalenti a circa dieci o dodicimila anni fa. Dieci di questi scheletri presentavano
numerosi segni di colpi inferti verosimilmente da armi di pietra appuntite (asce,
frecce…). Sembrano esserci pochi dubbi: quello di Nataruk-Turkana fu un massacro intenzionale, il più antico di cui si abbia documentazione. Il resoconto scientifico di questo ritrovamento è
stato pubblicato sul numero 529 del 21gennaio 2016 della
rivista Nature.
Prima
di quest’ultimo ritrovamento, Turkana
rappresentava la testimonianza di un importante progresso delle capacità cognitive
di Homo sapiens che, come specie
pensante, ci inorgogliscono. Dopo la scoperta del massacro, Turkana rappresenta anche la più antica
testimonianza dei risultati meno esaltanti che sono resi possibili
(pianificabili e attuabili) da una mente dotata di tali facoltà cognitive.
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