lunedì 11 gennaio 2016

TEUTOBOCHUS COME METODO


VOLARE BASSO, METODOLOGICAMENTE

Ho avuto tra le mani in questi giorni, nella traduzione di Alessio Odini, Il libro del mio amico (Biblion Edizioni, 2015) che Anatole France pubblicò nel 1883. Vi ho trovato una frase con la quale lo scrittore francese coglie sorprendentemente – in modo preciso e fulminante – l'essenza stessa delle mie intenzioni metodologiche di quando iniziai a meditare di aprire un blog nel quale condividere con altri qualche pensiero. L’idea di non voler mai, neanche per sbaglio, cercare di volare troppo alto (cosa che mi avrebbe reso ridicolo ai miei stessi occhi) era il principio metodologico su cui ragionavo. Questo è stato il pensiero che mi ha suggerito di intitolare il blog dove osano le galline e di dedicare una breve paginetta a esplicitare le mie intenzioni (dichiarazione programmatica).
Ed ecco che, dopo tanta fatica, mi ritrovo tra le mani questo stesso programma personificato in Teutobochus, re dei cimbri, utilizzato da Anatole France – con falsa modestia, naturalmente – come metafora e come musa della sobrietà e della moderazione delle intenzioni.
Ma chi fu questo Teutobochus e che cosa c'entra con Anatole France?
da Histoire de la Provence http://www.horizon-provence.com/histoire-provence/04_rome-provence.htm
 
Teutobochus fu un mitico guerriero Teutone, re dei Cimbri, sconfitto e forse ucciso nel 102 a.C. nei pressi di Aix en Provence dalle truppe del generale romano Gaio Marco. Nel racconto di Anatole France, Teutobochus avrebbe dovuto essere la prima voce di un’ipotetica Storia enciclopedica della Francia che il giovane Anatole France progettava di scrivere. Tuttavia, nel momento di affrontare la dura prova di scrivere la prima voce dell’opera, il giovane autore si rese conto dell’enorme difficoltà dell’impresa, e abbandonò l’idea di proseguire nell'improbabile cimento.
Teutobochus, prima e ultima voce di un’enciclopedia storica mai scritta, si era trasformata per Anatole France in metafora: metafora di tutto ciò che si frappone tra l’idea di volare troppo alti e il tentativo di effettuare, per davvero, quel volo. Riconoscere la presenza di un qualunque Teutobochus o la semplice consapevolezza della sua possibile esistenza nascosta dietro i nostri intenti, è la marca metodologica che può impedire all’ego di cimentarsi con opere obiettivamente fuori portata. Dice Anatole France: “Quante volte, sul punto di cominciare una grande opera, sono stato bloccato di colpo da un Teutobochus chiamato volgarmente sorte, caso, necessità! Ho preso la salda decisione di ringraziare e di benedire tutti questi Teutobochus che, sbarrandomi il cammino pericoloso della gloria, mi hanno lasciato alle due mie fedeli guardiane: l’oscurità e la mediocrità”.

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