VOLARE BASSO, METODOLOGICAMENTE
Ho avuto tra le mani in
questi giorni, nella traduzione di Alessio Odini, Il libro del mio amico (Biblion Edizioni, 2015) che Anatole
France pubblicò nel 1883. Vi ho trovato una frase con la quale lo scrittore
francese coglie sorprendentemente – in modo preciso e fulminante – l'essenza stessa delle mie intenzioni metodologiche
di quando iniziai a meditare di aprire un blog nel quale condividere con altri qualche pensiero.
L’idea di non voler mai, neanche per sbaglio, cercare di volare troppo alto (cosa
che mi avrebbe reso ridicolo ai miei stessi occhi) era il principio
metodologico su cui ragionavo. Questo è stato il pensiero che mi ha suggerito
di intitolare il blog dove osano le galline e di dedicare una breve paginetta a esplicitare le mie intenzioni (dichiarazione programmatica).
Ed ecco che, dopo tanta
fatica, mi ritrovo tra le mani questo stesso programma personificato in Teutobochus, re dei cimbri, utilizzato
da Anatole France – con falsa modestia, naturalmente – come metafora e come musa della sobrietà e della
moderazione delle intenzioni.
Ma chi fu questo Teutobochus e che cosa c'entra con
Anatole France?
da Histoire de la Provence http://www.horizon-provence.com/histoire-provence/04_rome-provence.htm
Teutobochus fu un mitico guerriero Teutone, re dei Cimbri,
sconfitto e forse ucciso nel 102 a.C. nei pressi di Aix en Provence dalle truppe del generale romano Gaio Marco. Nel
racconto di Anatole France, Teutobochus
avrebbe dovuto essere la prima voce di un’ipotetica Storia enciclopedica della
Francia che il giovane Anatole France progettava di scrivere. Tuttavia,
nel momento di affrontare la dura prova di scrivere la prima voce
dell’opera, il giovane autore si rese conto dell’enorme difficoltà
dell’impresa, e abbandonò l’idea di proseguire nell'improbabile
cimento.
Teutobochus, prima e ultima voce di un’enciclopedia storica mai scritta, si era trasformata per Anatole France in metafora: metafora di tutto ciò che si frappone tra l’idea di volare troppo alti e il tentativo di effettuare, per davvero, quel volo. Riconoscere la presenza di un qualunque Teutobochus o la semplice consapevolezza della sua possibile esistenza nascosta dietro i nostri intenti, è la marca metodologica che può impedire all’ego di cimentarsi con opere obiettivamente fuori portata. Dice Anatole France: “Quante volte, sul punto di cominciare una grande opera, sono stato bloccato di colpo da un Teutobochus chiamato volgarmente sorte, caso, necessità! Ho preso la salda decisione di ringraziare e di benedire tutti questi Teutobochus che, sbarrandomi il cammino pericoloso della gloria, mi hanno lasciato alle due mie fedeli guardiane: l’oscurità e la mediocrità”.
Teutobochus, prima e ultima voce di un’enciclopedia storica mai scritta, si era trasformata per Anatole France in metafora: metafora di tutto ciò che si frappone tra l’idea di volare troppo alti e il tentativo di effettuare, per davvero, quel volo. Riconoscere la presenza di un qualunque Teutobochus o la semplice consapevolezza della sua possibile esistenza nascosta dietro i nostri intenti, è la marca metodologica che può impedire all’ego di cimentarsi con opere obiettivamente fuori portata. Dice Anatole France: “Quante volte, sul punto di cominciare una grande opera, sono stato bloccato di colpo da un Teutobochus chiamato volgarmente sorte, caso, necessità! Ho preso la salda decisione di ringraziare e di benedire tutti questi Teutobochus che, sbarrandomi il cammino pericoloso della gloria, mi hanno lasciato alle due mie fedeli guardiane: l’oscurità e la mediocrità”.
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