sabato 7 settembre 2019

ADDENDUM SUI ROBOT (robot da intrattenimento)


Di seguito al post intitolato LA PRIMA VOLTA DEL ROBONAUTA segnalo un altro interessante evento che riguarda l’avanzata dei robot, un’avanzata che questa volta vede gli umani come partner interessati ed attivi, molto attivi.

Si tratta di un convegno, interessante quanto inquietante, svoltosi nei primi giorni di luglio a Bruxelles. Per lo scienziato o per l’informatico il tema può certo risultare interessante, l’aspetto inquietante riguarda la componente umana, i clienti che costituiranno il “mercato” delle innovazioni tecnologiche discusse nel corso del convegno. 

Rivisitazione robotica di: La creazione di Adamo (Michelangelo)
Dimenticavo: il titolo del convegno è il seguente:

4° INTERNATIONAL CONGRESS ON LOVE AND SEX WITH ROBOTS
(4° congresso internazionale sull’amore e sul sesso coi robot)

Gli argomenti in discussione sono i seguenti: 

le emozioni dei robot; robot umanoidi; cloni robot; robot da intrattenimento; personalità robotica; teledildonica (tecnologia per il sesso a distanza e le interfacce che rendono possibile la “condivisione” delle esperienze tattili); componenti per il sesso elettronico intelligente; approcci di genere; approcci affettivi; approcci psicologici; approcci sociologici; roboetica; approcci filosofici.

Per il momento mi astengo da ogni commento, ritenendo che gli argomenti in discussione rappresentino un motivo sufficiente di approfondita riflessione per gli affezionati lettori.

Al momento non sono ancora disponibili i testi delle relazioni ma questi verranno prossimamente pubblicati su due riviste specializzate in robotica, ciascuna delle quali pubblicherà un numero speciale dedicato al convegno medesimo,
Paladin, the Journal of Behavioral Robotics (LINK) e Journal of Multimodal Technologies and Interaction (LINK)  cui si rimanda.

Locandina di Paladin, Journal of Behavioral Robotics

Commenti su questa interessante evoluzione della robotica saranno i benvenuti.
L'icona del congresso di Bruxelles


domenica 1 settembre 2019

LA PRIMA VOLTA DI UN ROBONAUTA - KOSMONAUT FEDOR


Pochi giorni fa si è aperta ufficialmente una nuova era nelle imprese spaziali: quella della coabitazione fisica tra esseri umani e robonauti. Il 27 agosto, alla 1.08 ora italiana, ha infatti messo piede nella stazione orbitante internazionale il primo robonauta umanoide: il suo nome FEDOR.

Solo pochi giorni fa si è spenta l’eco della celebrazione di un altro inizio d’epoca, il cinquantenario dello sbarco sulla luna di un uomo (anzi due) in carne e ossa. A cinquant’anni di distanza da quel momento epocale, ne viviamo un altro di non minore importanza, cui la stampa, però, distratta da disastri naturali e da crisi morali e politiche un po' ovunque, dà poca enfasi.


Il robonauta FEDOR (con un fratellino sullo sfondo)
Tanto per cominciare, in russo FEDOR è un nome maschile e questo, a voler leggere tra le righe, potrebbe voler dire qualcosa. A scusante del signor Dmitry Rogozin, l’uomo politico a capo dell’Agenzia Spaziale Russa che ha scelto il nome, va detto che FEDOR è l’acronimo di "final experimental demonstration object research", che potrebbe essere tradotto come dimostrazione sperimentale finale sulla ricerca dei manufatti”. Questa dicitura è talmente assurda (alle mie orecchie suona comeguardate di che cosa siamo capaci noi Russi) da far ritenere che il nome FEDOR sia stato dato per primo e che poi, in un secondo tempo, si sia cercato di costruirgli sopra una dicitura che paresse avere un qualche senso. Va rimarcato, tra l’altro, che il termine “final” (finale) non ha cittadinanza nel vocabolario scientifico, mentre ha invece una forte (e angosciosa) connotazione politica. Tralasciamo però le piccolezze semantiche della natura umana e veniamo alla questione epocale.
La gara spaziale e tecnologica fra le grandi potenze ha sempre avuto come meta quella di mandare un uomo da qualche parte. Il vero successo, per la Russia, non era stata la cagnetta Laika, ma il cosmonauta Jurij Gagarin (a volere dirla tutta un grande successo politico fu per la Russia mandare in orbita – facendola tornare – la prima cosmonauta femmina, Valentina Tereškova). E il grande successo degli americani furono i primi passi sulla luna di Neil Armstrong e Buzz Aldrin. Poi si cominciò a parlare di mandare i primi uomini su Marte. Tuttavia, ora che i cinesi hanno inviato una sonda a lavorare per proprio conto sulla faccia nascosta della luna e che anche gli indiani hanno inviato la loro macchinetta a scavare buche sulla luna, è diventato molto più interessante dare dimostrazione di potere tecnologico inviando robot: e qui la Russia ha fatto il primo punto nella nuova partita.
È pur vero che FEDOR non è granché autonomo in quanto si limita quasi esclusivamente a replicare in remoto i movimenti di un operatore umano terrestre, ma bisogna considerare che questo è soltanto il primo passo, poiché FEDOR è il primo esemplare prodotto da una piattaforma che dovrà mettere in opera robot sempre più autosufficienti e in grado di operare scelte. Nell'immagine di apertura si vede sullo sfondo che FEDOR ha già dei fratellini.

La questione epocale si gioca sulla robotica, sull’intelligenza artificiale e su tutti i vantaggi che i robot hanno sull'uomo: lavorano H24, non si stancano, consumano relativamente poca energia, non respirano, non inquinano e non emettono escrementi, ecc, ecc.
Mi metto nei panni degli astronauti Luca Parmitano, Andrew Morgan e Alexander Skvortsov che hanno accolto FEDOR nella stazione orbitale. Si saranno sentiti come le cassiere dei supermercati (specie in via d’estinzione) quando hanno visto comparire nel loro supermercato la prima cassa automatica?

Casse automatiche in un supermercato
O come un operaio dell’Alfa (specie praticamente estinta) quando i primi robot sono comparsi sulle linee di montaggio? Mi aspetterei che una qualche sensazione del genere sia fugacemente passata nella loro mente.

Robot su una linea di montaggio auto
Prima o poi, gli astronauti umani dovranno essere dotati di un supporto psicologico a distanza. Come si fa a lavorare, a fare esperimenti, a far di conto quando vicino a te c’è un umanoide che non dorme, non mangia, fa la passeggiata nello spazio senza tuta e respiratore e ti surclassa in ogni cosa tu faccia? Nello spazio, il lavoro umano è a una svolta.
C’è una speranza, però, in questa svolta epocale. Quando FEDOR e i suoi fratelli dotati di acutissimi occhi elettronici e di intelligenza artificiale volgeranno lo sguardo al pianeta Terra, rendendosi conto dello scempio che avviene là sotto, potranno dire agli umani: «Vediamo ridursi le calotte polari. Vediamo le foreste bruciare. Vediamo scomparire gli atolli. Il pianeta va di male in peggio. Se non vi decidete subito a fare qualcosa, dovremmo occuparcene NOI, e non è detto che questa per voi sia una gran buona notizia».