venerdì 12 ottobre 2018

MA LE GALLINE, DOVE VANNO?

Charles Darwin - che nulla poteva sapere delle leggi della genetica e doveva accontentarsi di interpretare ciò che i suoi occhi vedevano - chiamava REVERSIONE il fenomeno della ricomparsa spontanea di caratteri primitivi negli animali domestici lasciati a se stessi o non più sottoposti a una rigida selezione riproduttiva atta a perpetuare il mantenimento di determinate caratteristiche.  


Dromornis stirtoni, uccello gigante australiano estinto circa 50.000 anni fa

La genetica classica ha svelato che la reversione osservata da Darwin era dovuta semplicemente al fatto che, riducendo un certo tipo di controllo sulla riproduzione, alcuni geni, detti recessivi, si diffondono più facilmente tra gli individui di una specie. Quando entrambi i genitori trasmettono questi geni al figlio il carattere codificato da questi geni ricompare, anche se era sembrato andare perduto per sempre. Ma che cosa succede con i caratteri atavici, quelli presenti in specie antichissime ma alla lontana imparentate con le specie attualmente esistenti? In rarissimi casi - afferma Jack Horner - alcuni di questi geni improvvisamente e per motivi sconosciuti si riattivano: ecco che nasce un serpente con le zampe o un essere umano con una piccola coda costituita da qualche vertebra sovrannumeraria. 

Il Prof. Horner, paleontologo dell'Università di Orange (California), è uno dei maggiori esperti mondiali di dinosauri ed è colui che ha suggerito la trama del romanzo Jurassic Park, tradotto poi in film da Steven Spielberg. Il Prof. Horner, è stato intervistato a Bergamo Scienza da Telmo Pievani, docente di Filosofia della Scienza all'Università di Padova ed efficace divulgatore di questioni legate all'evoluzionismo biologico (vedi La Lettura n° 358 del 7 ottobre 2018). 
Perché al Prof. Horner interessano i geni ancestrali che consentono la ricomparsa di caratteri atavici? Per il semplice motivo che egli coordina un gruppo di ricerca che si pone l'obiettivo di trapiantare geni ancestrali in polli nel tentativo di farvi riemergere alcuni caratteri appartenenti ai dinosauri, da cui i polli, alla lontana, derivano: non a caso, il progetto è stato chiamato Dinochicken Project. Questa sì che è una bella notizia! I bambini che adorano i dinosauri potranno chiedere ai genitori o ai nonni che venga loro regalato per Natale un bel pollosauro con cui giocare. 

Da dove vengono le galline?

Ne parlo qui perché questa notizia - che si può definire curiosa o inquietante a seconda dei punti di vista - chiude in un certo senso il cerchio di due precedenti post di questo blog. Nell'aprile 2016 avevo pubblicato un post ititolato Da dove vengono le galline (vai al LINK), in cui si parlava, appunto, dell'origine evolutiva degli uccelli, galline comprese, dai dinosauri. In un post del maggio di quest'anno, intitolato Una rivoluzione in atto: l'editing genetico (vai al LINK) avevo illustrato a grandi linee la tecnica di ingegneria genetica che verrà utilizzata per cercare di creare i primi abbozzi di pollosauro.

Horner afferma che "grazie a queste indagini genetiche stiamo imparando moltissimo di come gli uccelli si sono evoluti dai dinosauri". La scienza è scienza: quando si tratta di "imparare" ogni mezzo sembra lecito: o quasi. A proposito di questo "o quasi", Telmo Pievani solleva qualche legittimo dubbio circa il "senso" di questo progetto. E qui il Prof. Horner fa acune affermazioni per nulla rassicuranti. Per esempio, afferma che questi neo-dinosauri in provetta "sapranno adeguarsi molto rapidamente al nuovo ambiente". Questo suona particolarmente sconcertante perché forse Horner non tiene in debito conto che le condizioni ecologiche sono molto cambiate rispetto a qualche decina o centinaia di milioni di anni fa e che, per esempio, gli elefanti e molte altre specie che fino a poco tempo fa parevano perfettamente adeguate all'ambiente, oggi manifestano tremende difficoltà al cospetto di una specie altamente invasiva come quella umana. Ma Horner vorrebbe rassicurarci, affermando che il pollosauro "non sarà altro che una varietà di animale domestico". Sarà, ma la cosa non sembra garantita al cento per cento. Qualora a Natale, o per un compleanno, si volesse donare un pollosauro, sarà bene regalare un esemplare adulto e non un pulcino, per evitare sgradevoli sorprese riguardanti la crescita del medesimo.

Che succede se il pollosauro cresce troppo?

Sulle ali dell'entusiasmo, poi, Horner afferma che se l'esperimento del pollosauro andrà bene, allora "si potranno far ritornare in vita specie estinte come il mammut o si potranno creare nuove specie". Nel caso la tentazione di giocare al "Piccolo Creatore" persistesse, consiglierei al Prof. Horner di consultare il Bestiario fantastico. mostri e animali di altri tempi, di Francesca Gambino e Enrico Cerni (Coccole Books, 2014) e l'imperituro Libro degli esseri immaginari (Manuale di zoologia fantastica) di Jorge Luis Borges (Adelphi, 2006 e 2014). 


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