venerdì 26 ottobre 2018

DOMANDE E RISPOSTE SU L'EVOLUZIONE - XVI^ parte

In questa puntata di Domande e Risposte su l’Evoluzione, il professor Rugarli risponde a una domanda sulle possibili conseguenze del consumismo globalizzato, con tutti gli annessi e connessi che tale comportamento - in parte imposto e in parte agognato - comporta. 

Domande e Risposte
# 25

Domanda 25. Le varie espressioni del consumo di massa globalizzato in una terra sempre più piccola mettono in evidenza comportamenti basati sull’uniformità e sul conformismo piuttosto che sulle differenze.


Conformismo e consumismo - Andy Warhol, Campbell's soup can

Qui non è in discussione (anche se potrebbe esserlo) il valore intrinseco dell’ideologia che sostiene i comportamenti e i consumi di massa: un’eventuale riduzione delle barriere sociali, un ipotetico affrancamento da obblighi o costrizioni, il teorico raggiungimento di livelli sociali più alti e un aumento incondizionato delle libertà di scelta per un gran numero di persone. E non è nemmeno in discussione l’opinione di quelli che si oppongono al consumismo, intravedendovi aspetti fortemente negativi: un impoverimento delle diversità, la trasformazione dell’uomo da soggetto che opera le scelte a oggetto che viene mercificato, una limitazione delle libertà di scelta sotto la falsa percezione di un loro aumento. La questione è piuttosto quella di capire se i principi che sostengono i consumi massificati (efficienza, prevedibilità, controllo), la conseguente disumanizzazione dell’uomo (che da consumatore diventa esso stesso merce), l’isolamento in piccole nicchie della variabilità e della diversità delle forme e dei comportamenti, non creino una combinazione di fattori tale da provocare il verificarsi di una delle due opposte situazioni: 1) la riduzione della diversità al di sotto della massa critica necessaria al perpetuarsi dell’evoluzione, con rischio di estinzioni di massa;  2) la concentrazione delle diversità in ambiti fisicamente o culturalmente ristretti e isolati all’interno dei quali, se la massa critica della diversità viene preservata, l’evoluzione secondo i principi darwiniani può continuare il suo corso. 

Diversità ed evoluzione
Risposta 25. Mi pare che la domanda sia pertinente a proposito dell’evoluzione culturale che è la sola che è ancora in atto nell’uomo. Certamente è vero che la pubblicità e un certo conformismo dei mezzi di comunicazione di massa quando sono concentrati nelle mani di un solo proprietario (che sia uno stato totalitario o un privato in uno stato democratico non fa molta differenza) alterano la selezione di idee libere e differenti. Questo è un caso nel quale l’evoluzione culturale corre rischi che non si sono mai verificati nell’evoluzione biologica, perché l’ambiente fisico è così vario e diversificato da avere favorito l’evoluzione di un numero straordinario di specie e anche il polimorfismo nell’ambito di una stessa specie. Se la terra avesse presentato un ambiente uniforme dovunque, essa sarebbe oggi occupata da una sola specie, l’unica in grado di riprodursi in quelle condizioni. 
  
Un'unica specie sulla terra?
Dato che nell’evoluzione culturale la riproduzione avviene attraverso la comunicazione interpersonale, uniformare questa comunicazione significa alterare un meccanismo fondamentale dell'evoluzione. Ma confido che questa impresa nefasta, fallita ai regimi totalitari del secolo scorso, non riuscirà a chi cerca di ripeterla con altri mezzi al giorno d’oggi. E credo che questo avverrà perché gli umani hanno una propensione naturale alla diversificazione, anche se non so quanto questo dipenda dal loro innegabile polimorfismo genetico. Basti considerare l’industria della moda nell’abbigliamento, che riesce con la pubblicità a imporre a tutti una specie di uniforme, ma poi deve rapidamente cambiare se vuole mantenere i suoi profitti. Mi auguro che questo avvenga anche per le idee e che il pensiero unico alla fine non prevalga.


Conformismo e pensiero unico


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