venerdì 5 ottobre 2018

DOMANDE E RISPOSTE SU L'EVOLUZIONE - XV^ parte

In questa puntata di Domande e Risposte su l’Evoluzione, il professor Rugarli risponde a una domanda semplice semplice: La teoria di Darwin è una teoria scientifica o una argomentazione metafisica? La guerra tra sostenitori e denigratori della teoria trae e ha tratto sostentamento proprio dall'erronea confusione tra due piani eterogenei che devono essere tenuti ben separati e distinti. Su questo punto l'errore è equamente condiviso tra i due contendenti. 

Domande e Risposte
# 24

Domanda 24. La teoria di Darwin è una teoria scientifica o una argomentazione metafisica? 
Asa Gray, insigne botanico statunitense, giudicava la dottrina dell’evoluzione "un'ipotesi probabile malgrado alcune forti obiezioni, ma impossibile, ora e sempre, a dimostrarsi". Pur mantenendo alcune riserve sulla teoria, Asa Gray stimava Darwin e la portata della sua teoria evoluzionistica. Egli fu tra i pochi ad avere il privilegio di conoscere il contenuto de L'Origine delle Specie prima della sua pubblicazione, ne curò l’edizione americana, e intrattenne col naturalista inglese una fitta corrispondenza sulle implicazioni teologiche riguardanti il ruolo del caso e della selezione naturale. Egli fu anche autore di una raccolta di saggi e recensioni riguardanti il darwinismo intitolata Darwiniana (New York,1876). 




Antonio Fogazzaro, che nel 1889 aveva letto e molto apprezzato L'Origine delle Specie, aveva cercato di rendere compatibile la teoria darwiniana col magistero cattolico. Con questo spirito (vale a dire cercando di salvare "capra e cavoli" in un momento in cui darwinisti e anti-darwinisti polemizzavano in modo assai virulento) egli citava il seguente pensiero di Gray: Coloro che considerano provata la teoria devono avere, secondo Asa Gray, un concetto molto inesatto di ciò che essa prova". [1]  

La dottrina di Darwin è nata da un potente corpus di osservazioni. Tuttavia le osservazioni di Darwin non hanno valenza sperimentale (non derivano nemmeno in minima parte da esperimenti disegnati per verificare un’ipotesi). Le osservazioni del naturalista inglese hanno una doppia valenza: rappresentano sia un problema da risolvere, sia un'ipotesi di verifica (non sperimentale, ma appunto osservazionale) su fenomeni e cause soggiacenti. Le scoperte della genetica, il corpus di evidenze paleontologiche (fossili) resesi disponibili nel ventesimo secolo e i raffronti delle sequenze geniche resi possibili dalla biologia molecolare sono diventate prove ex-post dell’evoluzionismo darwiniano, ma poco o nulla provano della componente più rilevante dell’ipotesi darwiniana: il ruolo del caso e della selezione operata dalla natura su varietà generatesi per successive piccole modificazioni. Le osservazioni di Darwin e dei suoi coevi nell’ambito dell'anatomia comparata (dei fossili e dei viventi) e dell’embriologia rendevano conto di una contiguità tra individui di varietà e specie diverse, non necessariamente di una continuità e di una discendenza Nel momento in cui Darwin la propone come una teoria scientifica, che cosa rende l’ipotesi darwiniana una teoria più scientifica (o meno metafisica) della dottrina tomistica sull’ontogenesi dell’anima: L’anima esiste nell’embrione, da principio nutritiva, poi sensitiva e finalmente intellettiva …. L’esservi sopraggiunta una perfezione maggiore, dà origine a un’altra specie …quando arriva la forma più perfetta, si corrompe la precedente… la forma posteriore ha tutto ciò che aveva la prima e anche più"? [2] 

Tommaso d'Aquino, autore della dottrina sull'ontogenesi dell'anima

Risposta 24. Questa è una buona domanda, alla quale si può rispondere ricorrendo a Karl Popper. Che cosa separa, nella scienza, una ipotesi da una teoria? Come ho già detto, l’ipotesi è un atto immaginativo che può spiegare o predire eventi pertinenti al mondo fisico, ma che non è ancora stata sottoposta al vaglio di sufficienti tentativi di "falsificazione" [3]. La teoria deriva da una ipotesi che ha resistito a molti e ripetuti tentativi di falsificazione, ma che non è detto che non possa prima o poi essere falsificata. In questo senso il neo-darwinismo (non la teoria originale di Darwin che credeva alla ereditarietà dei caratteri acquisiti) è una teoria scientifica, perché spiega bene i fatti e non è mai stata falsificata. E mi sembra che abbia poca importanza che si basi solo su dati osservazionali e non su dati sperimentali. Anche la moderna cosmologia si basa solo su dato osservazionali, ma nessuno si sogna di sostenere che non è scientifica. Quindi, con buona pace di Asa Gray e di Fogazzaro, la teoria dell’evoluzione biologica è scientifica né più né meno di tutte le altre ed è considerata con diffidenza solo perché alcuni vi attribuiscono, abusivamente, delle implicazioni metafisiche

Per quanto riguarda il ruolo del caso e la contestazione del principio di causalità, ricordo che questo è stato introdotto anche nella meccanica quantistica e che, benché sia apparso poco accettabile da Einstein, viene oramai considerato utile da molti fisici per risolvere problemi cha altrimenti resterebbero oscuri. In realtà, il neo-darwinismo considera il caso come un ingrediente della natura e, così facendo, lo spoglia di ogni implicazione metafisica.
Infine, che cosa rende la teoria della evoluzione per mezzo della selezione naturale più scientifica della dottrina tomistica sull’ontogenesi dell’anima? La riposta è semplicissima: la prima è, in linea di principio, falsificabile (anche se non è stata finora falsificata), la seconda è impossibile a falsificarsi, anche se si possono invocare argomenti in suo favore. Perciò, la prima è scientifica e la seconda metafisica, due piani che non andrebbero mai confusi perché sostanzialmente eterogenei.

Io credo che il meccanismo del caso e della necessità avrebbe potuto essere falsificato se non si fossero rivelate valide alcune osservazioni sulla resistenza dei microrganismi agli antibiotici e delle cellule neoplastiche ai chemioterapici. Inoltre, anche la genesi della diversità anticorpale è soddisfacentemente spiegata con una logica darwiniana. E non vale obiettare che queste sono solo prove in favore, perché il fallimento della prova si tradurrebbe in una falsificazione della teoria. Si aggiunga che non è mai successo che il fossile di un umano sia stato trovato nello stesso strato geologico del fossile di un dinosauro. Se questo avvenisse, la teoria dell'evoluzione biologica verrebbe falsificata.

[1] Antonio Fogazzaro. Per un recente raffronto delle teorie di Sant'Agostino e di Darwin circa la creazione, Galli, Milano, 1892, p. 68.
[2] Tommaso d'Aquino. Summa Teologica, Quaestio, 118, art. 2.
[3] Nel linguaggio di Popper, "falsificazione" sta per "dimostrazione fattuale che una data affermazione è falsa". 



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