venerdì 16 febbraio 2018

Esercizi di epistemologia applicata: DOMANDE E RISPOSTE SULL'EVOLUZIONE – IV^ parte

In questa puntata di Domande e Risposte sull’Evoluzione, il professor Claudio Rugarli risponde a un’unica sollecitazione. Questa riguarda l’eventuale ruolo evolutivo – nel senso del progresso o dell’involuzione – della Medicina, tenendo conto che la pratica medica – quando ha successo – molto spesso si oppone in maniera evidente a uno dei meccanismi fondamentali dell’evoluzione: la selezione naturale. 


Domande e Risposte
# 9

Domanda 9. La medicina e la farmacologia sono chiaramente elementi che contrastano la selezione negativa degli individui deboli e introducono elementi di selezione dei microrganismi (patogeni e non patogeni). Questa interferenza con i meccanismi selettivi “naturali” altera i rapporti con l’ambiente e con le altre specie. D’altra parte, medicina e farmacologia sono espressioni delle facoltà e della cultura della specie e sono conseguenze “naturali” dello sviluppo delle capacità della specie di relazionarsi con l’ambiente. Può il continuo sviluppo delle potenzialità terapeutiche della medicina alterare i rapporti tra l’uomo e la biosfera al punto tale da rappresentare un fattore di rischio per la sopravvivenza della specie umana?

Risposta 9. L’idea che i progressi della medicina possano rappresentare un rischio per la sopravvivenza della specie umana sarebbe piaciuta ad Ivan Illich, Questo austriaco, notevole come filosofo, sociologo e teologo, scrisse un libro, La nemesi medica. L’espropriazione della salute(Mondadori, 1977) nel quale sosteneva che la medicina moderna, lungi dal giovare all’uomo, gli fa solo del male. Coerentemente, quando Illich sviluppò un tumore al viso, curabile con un intervento chirurgico che avrebbe potuto fargli perdere la voce, rifiutò questo trattamento e morì.
La mia risposta a questa domanda è ben diversa da quella che avrebbe potuto dare Ivan Illich. Io penso che per la medicina moderna si possa dire lo stesso di quanto già affermato per il welfare, e cioè che essa permette la sopravvivenza, e la riproduzione, di individui somaticamente più deboli, ma questo, in un mondo dominato dall’evoluzione culturale, non ha importanza. E poi, la medicina potrà in futuro avere anche un ruolo nella modificazione in senso positivo del patrimonio genetico dell'umanità, eliminando i geni responsabili di molte malattie ereditarie. Questo è possibile già adesso, proprio in forza dei suoi conseguimenti conoscitivi, quando segnala alle coppie i rischi di generare figli con gravi malattie ereditate. La soluzione, per lo più un aborto provocato, o l’eliminazione di embrioni generati con la fecondazione artificiale, resta affidata alla libera scelta dei potenziali genitori e questo pone, comunemente, problemi di coscienza, perché esistono orientamenti etici e religiosi che possono essere conflittuali. Tuttavia, è già iniziata l’era del trapianto di geni, inaugurato con successo nel campo delle immunodeficienze. Per ora questa tecnica terapeutica non ha ancora risolto tutte le sue difficoltà, ma quando tutte queste fossero superate, resterebbe il fatto che i malati trapiantati con successo potrebbero avere una vita normale, ma sarebbe consigliabile che non si riproducessero, per evitare che i loro geni difettosi fossero trasmessi alla discendenza. Tuttavia, è teoricamente possibile che i geni sani, trapiantati nelle cellule germinali, siano trasmessi alla prole, consentendo la procreazione da parte di coloro nei quali si era corretta la malattia genetica, ma eliminando in questo modo la propagazione dei geni difettosi.[nota 1]  

Procedura per tentativi ed errori
Naturalmente, la stessa medicina scientifica procede per tentativi ed errori, il che la rende particolarmente simile all’evoluzione biologica, ma non si può negare che abbia avuto un ruolo importante nel prolungare la vita umana e nel risparmiare molte sofferenze. Si potrebbero citare molti esempi di questa progressione della medicina per correzioni successive, ma vorrei limitarmi a ricordare un problema che si è reso evidente già da qualche tempo a proposito dell’allergia e delle malattie autoimmuni. Studi epidemiologici hanno, infatti, dimostrato un significativo aumento di queste malattie nelle società con il più elevato livello igienico. Ne è derivata la cosiddetta ipotesi dell’igiene”, e cioè l’idea che tenere i bambini troppo lontani dai microbi porti come conseguenza una distorsione del loro sistema immunitario che li rende, in seguito, più suscettibili alle malattie allergiche o autoimmuni. Esistono presupposti teorici che confortano questa ipotesi, ma occorreranno più evidenze immunologiche per accettarla incondizionatamente. Si potrebbe indicare questo come un esempio della fallibilità della medicina, che per anni ha raccomandato la pulizia e l’igiene, ma si potrebbe anche aggiungere che questo è un modello di evoluzione culturale darwiniana. Infatti, tra le due idee lo sporco è cattivoe lo sporco può anche essere buono”, grazie alle osservazioni imparziali e al metodo scientifico sta per essere selezionata la seconda idea ed eliminata la prima.




[Nota 1] Gli sviluppi più recenti in fatto di manipolazione genica a scopo terapeutico non tolgono nulla al senso di queste parole, pronunciate qualche anno or sono, che restano più attuali che mai e suonano, in un certo senso, quasi profetiche.

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