In questa puntata di Domande e Risposte sull’Evoluzione, il professor Claudio Rugarli risponde a un’unica sollecitazione. Questa riguarda l’eventuale ruolo evolutivo – nel senso del progresso o dell’involuzione – della Medicina, tenendo conto che la pratica medica – quando ha successo – molto spesso si oppone in maniera evidente a uno dei meccanismi fondamentali dell’evoluzione: la selezione naturale.
Domande e Risposte
# 9
Domanda 9. La medicina e la farmacologia
sono chiaramente elementi che contrastano la selezione negativa degli individui
deboli e introducono elementi di selezione dei microrganismi (patogeni e
non patogeni). Questa interferenza con i meccanismi selettivi “naturali” altera
i rapporti con l’ambiente e con le altre specie. D’altra parte, medicina e
farmacologia sono espressioni delle facoltà e della cultura della specie e sono
conseguenze “naturali” dello sviluppo delle capacità della specie di relazionarsi con l’ambiente. Può il
continuo sviluppo delle potenzialità terapeutiche della medicina alterare i
rapporti tra l’uomo e la biosfera al punto tale da rappresentare un fattore di rischio
per la sopravvivenza della specie umana?
Risposta 9. L’idea che i progressi della
medicina possano rappresentare un rischio per la sopravvivenza della specie
umana sarebbe piaciuta ad Ivan Illich,
Questo austriaco, notevole come filosofo, sociologo e teologo, scrisse un
libro, “La nemesi medica. L’espropriazione della salute” (Mondadori, 1977)
nel quale sosteneva che la medicina moderna, lungi dal giovare all’uomo, gli fa
solo del male. Coerentemente, quando Illich
sviluppò un tumore al viso, curabile con un intervento chirurgico che
avrebbe potuto fargli perdere la voce, rifiutò questo trattamento e morì.
La mia risposta a questa domanda
è ben diversa da quella che avrebbe potuto dare Ivan Illich. Io penso che per la medicina moderna si possa dire lo stesso di quanto già affermato
per il welfare, e cioè che essa
permette la sopravvivenza, e la riproduzione, di individui somaticamente più
deboli, ma questo, in un mondo dominato dall’evoluzione culturale, non ha
importanza. E poi, la medicina potrà in futuro avere anche un ruolo nella
modificazione in senso positivo del patrimonio genetico dell'umanità,
eliminando i geni responsabili di molte malattie ereditarie. Questo è possibile
già adesso, proprio in forza dei suoi conseguimenti conoscitivi, quando segnala
alle coppie i rischi di generare figli con gravi malattie ereditate. La
soluzione, per lo più un aborto provocato, o l’eliminazione di embrioni
generati con la fecondazione artificiale, resta affidata alla libera scelta dei
potenziali genitori e questo pone, comunemente, problemi di coscienza, perché
esistono orientamenti etici e religiosi che possono essere conflittuali.
Tuttavia, è già iniziata l’era del trapianto di geni, inaugurato con successo
nel campo delle immunodeficienze. Per ora questa tecnica terapeutica non ha
ancora risolto tutte le sue difficoltà, ma quando tutte queste fossero
superate, resterebbe il fatto che i malati trapiantati con successo potrebbero
avere una vita normale, ma sarebbe consigliabile che non si riproducessero, per
evitare che i loro geni difettosi fossero trasmessi alla discendenza. Tuttavia,
è teoricamente possibile che i geni sani, trapiantati nelle cellule germinali,
siano trasmessi alla prole, consentendo la procreazione da parte di coloro nei
quali si era corretta la malattia genetica, ma eliminando in questo modo la
propagazione dei geni difettosi.[nota 1]
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Procedura per tentativi ed errori |
Naturalmente, la stessa medicina scientifica procede per tentativi
ed errori, il che la rende particolarmente simile all’evoluzione biologica,
ma non si può negare che abbia avuto un ruolo importante nel prolungare la vita
umana e nel risparmiare molte sofferenze. Si potrebbero citare molti esempi di
questa progressione della medicina per
correzioni successive, ma vorrei limitarmi a ricordare un problema che si è
reso evidente già da qualche tempo a proposito dell’allergia e delle malattie
autoimmuni. Studi epidemiologici hanno, infatti, dimostrato un significativo
aumento di queste malattie nelle società con il più elevato livello igienico.
Ne è derivata la cosiddetta “ipotesi
dell’igiene”, e cioè l’idea che
tenere i bambini troppo lontani dai microbi porti come conseguenza una
distorsione del loro sistema immunitario che li rende, in seguito, più
suscettibili alle malattie allergiche o
autoimmuni. Esistono presupposti teorici che confortano questa ipotesi, ma
occorreranno più evidenze immunologiche per accettarla incondizionatamente. Si
potrebbe indicare questo come un esempio della fallibilità della medicina, che per anni ha raccomandato la pulizia
e l’igiene, ma si potrebbe anche aggiungere che questo è un modello di evoluzione culturale darwiniana. Infatti, tra le due
idee “lo sporco è cattivo” e “lo sporco può anche essere buono”,
grazie alle osservazioni imparziali e al metodo scientifico sta per essere
selezionata la seconda idea ed eliminata la prima.
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Fonte dell'immagine: http://www.dietabit.it/salute/batteri/ |
[Nota 1] Gli sviluppi più recenti in fatto di manipolazione genica a scopo terapeutico non tolgono nulla al senso di queste parole, pronunciate qualche anno or sono, che restano più attuali che mai e suonano, in un certo senso, quasi profetiche.
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