sabato 2 giugno 2018

DOMANDE E RISPOSTE SU L'EVOLUZIONE - XI^ parte

In questa puntata di Domande e Risposte su l’Evoluzione, il Professor Rugarli risponde a due sollecitazioni. La prima riguarda le ideologie, ponendo la questione se esse possano esercitare una pressione selettiva sull'evoluzione culturale umana. La seconda riguarda la possibilità di rendere prevedibile l'evoluzione attraverso strumenti di analisi fin qui impiegati nell'ambito dei comportamenti del mondo fisico.  

Domande e Risposte
# 17

Domanda 17. Le grandi rivoluzioni sociali moderne (es. la secessione americana, la rivoluzione francese, il nazi-fascismo in Europa e il comunismo in Russia e in Cina) hanno visto l’adesione attiva di grandi masse di individui (o di intere popolazioni) a specifici modi di pensare, a determinate visioni del mondo: in parole povere a specifiche ideologie. Queste hanno fortemente influenzato l’organizzazione e la struttura della società, i rapporti tra individui, tra gruppi di individui, tra popolazioni. Hanno permeato e permeano la memoria individuale e quella collettiva e hanno operato sulla storia e sulla cultura dell’uomo. Esse hanno agito e agiscono sul framework dei rapporti sociali in cui si muovono gli individui e i gruppi di individui. Indirizzando ideologicamente le scelte strategiche, industriali, produttive, educative, militari ed economiche delle società, esse hanno condizionato l'ambiente fisico e concettuale all’interno del quale l’uomo si muove. La domanda può essere quindi la seguente: le ideologie possono rappresentare un elemento di pressione selettiva e adattativa sull’evoluzione della cultura della nostra specie?  


Rivoluzione francese

Risposta 17. Le grandi rivoluzioni di cui si parla nella domanda non sono omogenee tra di loro e hanno lasciato frutti diversi. Da un lato, la secessione delle colonie americane dall’Inghilterra e la rivoluzione francese hanno lasciato importanti tracce nell’odierno pensiero democratico e liberale; dall’altro la rivoluzione comunista in Russia, pur essendo politicamente fallita, ha lasciato tracce nel pensiero dell’odierna sinistra radicale. Non mi pare che le tracce lasciate dal nazifascismo siano ugualmente importanti. Tuttavia, è vero che queste rivoluzioni possono avere esercitato una pressione selettiva sullo sviluppo di certe idee, a loro favorevoli in qualche caso, contrarie in altri. In ogni caso, non sono riuscite a plasmare quell’uomo nuovo alla cui creazione almeno alcune di esse aspiravano. Questo significa che vi sono barriere antropologiche alla limitazione della libertà delle idee.               


# 18

Domanda 18.  L’evoluzione non è prevedibile, nemmeno in organismi estremamente semplici. Essa è un film che può essere proiettato solamente all'indietro, e anche così facendo non sempre si ha il consenso univoco degli addetti ai lavori su tempi e modi delle biforcazioni. Il caso gioca un ruolo troppo grande per essere suscettibile all’assoggettamento da parte delle nostre capacità predittive. Il caso è caos. Dagli assunti teorici di Laplace fino a Mandelbrot e seguaci, il caso e il caos sembrano essere oggetto permanente di analisi mirante a conseguire un certo grado di predittività statistica. Nella fisica e all’interfaccia tra fisica e chimica, la meccanica quantistica ha raggiunto elevati livelli di predittività statistica tanto da rendere questa predittività quasi indistinguibile da una necessaria certezza deterministica. Meccanica quantistica, geometrie algebriche, modelli matematici del caos deterministico: applicando questi saperi e questi strumenti alla biologia evoluzionistica si potrà, un domani, rendere prevedibile l’evoluzione aprendo, in tal caso, un campo eticamente inesplorato (e francamente terrificante)?[1]


Equazioni del Caos Deterministico: Insieme di Mandelbrot


Risposta 18. Per quanto riguarda l'evoluzione di piante e animali questa è già stata alterata e resa prevedibile dalla cultura umana. Per quanto riguarda l’evoluzione dell’uomo, ho già detto in precedenza quello che penso e cioè che non può non essere diretta verso una omogeneizzazione, con la scomparsa delle differenze, come quelle razziali, dipendenti da separatezza geografica. Questa mi pare una prospettiva positiva e non terrificante. Non so cosa si possa prevedere per l'evoluzione culturale e dubito che gli strumenti matematici applicabili al mondo fisico possano mai essere utilizzati per questo tema.




[1] Il termine “terrificante” viene usato relativamente alla possibilità che emergano predittivamente caratteristiche indesiderate accanto o in luogo di quelle desiderate. L’emersione di caratteristiche indesiderate ci metterebbe nelle condizioni di dovere operare delle scelte nell'ambito del dilemma etico, ovvero di dover esercitare una selezione attiva su taluni individui piuttosto che su altri. Una situazione eticamente non dissimile da quella di creare embrioni soprannumerari per poi doverne eliminare alcuni.

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