venerdì 15 giugno 2018

DOMANDE E RISPOSTE SU L'EVOLUZIONE - XII^ parte

In questa dodicesima puntata di Domande e Risposte su l’Evoluzione, il tema cui il professor Rugarli risponde è quello di un'eventuale analogia tra l'isolamento fisico e riroduttivo, essenziale alla formazione di nuove specie biologiche, e l'accesso all'informazione, che può fungere - se negato o manipolato - da strumento di manipolazione dell'evoluzione culturale.    


Domande e Risposte
# 19

Domanda 19. L’isolamento (fisico o riproduttivo) favorisce la speciazione (la divergenza di una varietà dalla propria radice fino a divenire riproduttivamente autosufficiente e incompatibile con le varietà cugine). L’isolamento può essere anche determinato, mantenuto o agevolato dal mancato accesso a una serie di informazioni. Possibilità differenziate di accesso all’informazione possono, da sole, condizionare l’isolamento di intere comunità o di singoli individui. Differenze importanti riguardanti l’accesso all’informazione condizionano differenze sociali che trovano un parallelo nel ruolo dell'isolamento fisico e riproduttivo nella formazione della varietà biologiche. Indipendentemente dalla qualità specifica dell’informazione offerta, la diffusa disponibilità di informazione (dall’avvento della stampa a caratteri mobili, passando per radio e televisione, e arrivando fino ad internet, senza bisogno di immaginare futuribili dispositivi impiantabili nel cervello) è un fattore che contribuisce alla riduzione dell’isolamento (e delle differenze): si può dire che tale disponibilità di informazione condivisa tende a ridurre la possibilità di una ulteriore evoluzione biologica o culturale?


Isolamento

Risposta 19. 
Questa è una buona domanda perché suggerisce la possibilità che l’isolamento culturale (ossia la negazione di certe informazioni) possa generare, da solo, qualcosa di analogo alle differenze somatiche tra le diverse popolazioni umane. Sottolineo da solo perché è ovvio che popolazioni umane separate geograficamente possono avere sviluppato non solo differenze fisiche, ma anche diversità culturali, come è sotto gli occhi di tutti. Tuttavia, la domanda mi pare suggerisca che questo può avvenire anche nell’ambito di una popolazione che condivide lo stesso territorio, che può essere definita della stessa razza e che è omogenea per quanto riguarda i costumi generalmente accettati. Vale a dire, in una popolazione simile è possibile che si segreghino delle “razze” culturali (non oso dire “specie”) come conseguenza della manipolazione dell'informazione?  Purtroppo credo di sì e per questo non è necessaria una dittatura politica, basta la prevalenza di un certo tipo  di informazione, che può benissimo verificarsi anche in un regime democratico. Per questo i mezzi di comunicazione di massa, e soprattutto la televisione, possono avere un ruolo importantissimo. Basta un messaggio semplice e ripetuto con la tecnica della pubblicità, non solo e non tanto per veicolare delle informazioni, ma anche e soprattutto per sbarrare il passo alle informazioni sgradite. Penso che sia un meccanismo psicologico elementare avere un pregiudizio favorevole verso le notizie che vengono incontro ai propri desideri e, al contrario, non gradire le notizie che li contraddicono.

Esemplare è, a questo proposito, la novella di Boccaccio su Calandrino e l’eliotropia. La storia è semplice. Bruno e Buffalmacco, per fare uno scherzo a Calandrino, lo inducono a recarsi con loro sul greto del Mugnone, dove, tra i molti ciottoli, dicono che si trova l’eliotropia, una pietra fatata che rende invisibile chi la tiene. Calandrino cerca e riempie di sassi il grembo della propria veste. A un certo punto Bruno e Buffalmacco fanno finta di non vederlo più e cominciano a “lapidarlo”, secondo il linguaggio di Boccaccio, simulando di tirare sassi nel vuoto. Calandrino, convinto di avere in grembo anche l’eliotropia, tace e se ne torna a casa con tutto il suo carico. Ma, appena arrivato, la moglie stupita gli chiede che cosa fa con tutte quelle pietre. Al che, Calandrino lascia cascare il suo carico e riempie la moglie di botte. La morale della novella sta proprio in queste botte alla incolpevole che aveva svelato il trucco e deluso il desiderio.
Perciò, l’importante è istillare nella testa di un certo numero di persone un nucleo semplice di informazioni, non importa se vere o false, purché vengano incontro ai loro desideri, e si potrà contare sulla loro perpetuazione a scapito di quelle che le contraddicono. L’evidenza della comunicazione politica dimostra che i messaggi elementari, per rozzi che siano, hanno più successo delle argomentazioni razionali. In un regime dittatoriale è permesso un solo tipo di informazione, in un regime democratico potrà anche esserci una informazione privilegiata dai mezzi di comunicazione di massa, ma questo non impedisce che informazioni difformi giungano ad altre porzioni della popolazione. Culturalmente saranno come razze diverse, tanto più quanto maggiormente i messaggi in competizione saranno divergenti. Mi sembra una bella analogia tra evoluzione biologica ed evoluzione culturale.        
Che questo possa essere ridotto dalla diffusione dell’informazione, penso soprattutto grazie alla rete informatica, è una speranza per il futuro, ma mi sembra che sarà sempre di ostacolo la mentalità alla Calandrino.

Calandrino e l'eliotropia





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