martedì 14 aprile 2020

PANDEMIA E WELTANSCHAUUNG ovvero GLI ALIENI E LA SINFONIA DAL NUOVO MONDO

È una strana stagione, questa, quasi inaudita. Tutti, ma proprio tutti, in questo momento non parlano d’altro: SARS-Cov-2. Non vorrei unirmi al coro (un coro stonato, tra l’altro). In questi casi bisogna lasciar parlare chi sa, e io non ne so abbastanza per dire la mia. Osservo sorgere, però, un mondo diverso da ieri: un mondo nuovo

A. Dvorak - Sinfonia N. 9 Dal Nuovo Mondo (clicca QUI per ascoltare il IV Movimento) 
In una situazione che aveva visto gli insipienti prendere saldamente in mano il timone del mondo e di fronte allo sconquasso generale fatto di guerre, ingiustizie, menzogne, incultura, superstizioni, complottismi e false certezze, la speranza di costruire il migliore dei mondi possibili si stava rivelando una pia illusione, degna dell’ingenuità del Candide di Voltaire. Questi ingenui, tra le cui file ho sempre militato, speravano quasi in una invasione di Alieni, di fronte alla quale tutti i terrestri sarebbero stati colti da una virtuosa scossa vivificatrice che li avrebbe ricondotti alla ragione e al riconoscimento dei giusti valori su cui riedificare una nuova e più virtuosa società umana: la società umana 2.0, per dirla con un lessico contemporaneo.
E gli alieni, inaspettatamente, sono arrivati. Sono piccoli e invisibili, ma non meno aggressivi di quelli brutti, verdi e cattivi che ci saremmo aspettati.

Alien: ascolta QUI la sua voce
La ragione, e con essa la scienza, sulla cui base – nel bene e nel male – avevamo costruito la nostra salute, il nostro benessere, le nostre sicurezze, la nostra società, era sembrata perdere colpi negli ultimi tempi. E più la ragione e la scienza perdevano colpi, più il disordine, l’ingiustizia, la sfiducia, il risentimento e la rabbia sembravano percorrere il globo in modo sempre più inarrestabile. Irrazionalità, paura, rabbia stavano prendendo il sopravvento anche nella porzione più fortunata del mondo, la nostra, e la rovinosa decadenza intellettuale e sociale sembrava accelerare sotto il peso dell’insipienza, avviandoci verso una inevitabile rovina. Una scena apocalittica si affacciava ai nostri occhi di ingenui Candide.
Poi è arrivato SARS-Cov-2. D’improvviso, con la stessa velocità con cui collassano ed esplodono le iridescenti bolle di sapone, gli “uno uguale uno”, i no-vax, i terrapiattisti, le scie chimiche, gli “Oscillococcinum” più vari e assurdi, le più colorate irragionevoli e irrazionali idiozie, si sono rintanati nel silenzio, come quegli insetti neri che amano la notte e appena accendi la luce si rifugiano negli angoli più bui, in attesa che l’oscurità (in particolare quella mentale) ritorni.
Dunque, la ragione, il metodo scientifico e la virtù della competenza rialzano la testa e, emendando i non meno pericolosi scientismi in favore di una razionalità assennata, stanno ricevendo il consenso di quella maggioranza silenziosa che non si era mai molto sollevata in difesa della ragione, quando questa era presa d’assalto e soffocata da più parti. Gli alieni sono arrivati e – di colpo – sono riusciti a ribaltare una situazione che vedeva la ragione soccombere rispetto a una irrazionalità particolarmente pericolosa perché assumeva le forme di una apparentemente e seducente razionalità.

SARS-Cov-2: in giallo le particelle virali che escono da una cellula infettata
Il rovesciamento del consenso generale a favore dei comportamenti autenticamente razionali e in sostegno di una metodologia in grado di affrontare le nuove problematiche più efficacemente di ogni altro approccio è uno dei pochi ma importanti risvolti positivi della tragedia che ci ha travolti.
E ora che cosa succederà?  

Weltanschauung è un termine tedesco coniato da Kant nel 1790 e da allora utilizzato col significato di “concezione del modo”. A partire dagli anni ’60 del Novecento, il termine è andato via via in disuso, talora sostituito da quello più pragmatico e ristretto di paradigma, introdotto dal filosofo della scienza Thomas Kuhn nel 1962. La domanda che ci si può porre è: c’era una Weltanschauung prevalente e condivisa prima che SARS-Cov-2 entrasse nelle nostre vite? Difficile rispondere e sbagliato generalizzare, ma certamente a prevalere era una Weltanschauung a impronta individualistico-edonistica, tendente a portare all’estremo l’esercizio dei diritti individuali e la soddisfazione dei piaceri personali, anche a scapito di una convivenza fatta di molte componenti, tra le quali i diritti degli altri e le necessità collettive. L’attuale dramma ci ha messo improvvisamente davanti a uno specchio (uno specchio che, se c’era, era molto appannato). Qui, abbiamo immediatamente visto riflesse le incongruenze e le contraddizioni di molte delle nostre azioni personali e collettive; abbiamo visto riflesse le sciagurate scelte politiche di alcuni paesi e di alcuni poteri (per esempio sul welfare, sull'organizzazione sanitaria, sul clima, sullo strapotere della finanza nei confronti dell'economia, sugli squilibri tra le varie regioni del mondo, e via di seguito). Di fronte allo specchio abbiamo improvvisamente visto quanto i singoli individui (su cui eravamo così concentrati) dipendono in tutto e per tutto da tutti gli altri individui, vicini o lontani che siano. Che il mondo in cui viviamo è uno solo e che le dinamiche di un luogo influenzano direttamente le dinamiche di ogni altro luogo. Che la tanto esaltata individualità poco conta di fronte alla collettività, che nessuno vince da solo e che, per dirla con la vecchia saggezza popolare, l’unione fa la forza.
L'individuo e la rete di relazioni da cui dipende
Lo specchio ci ha anche mostrato varie altre cose: l'esizialità del pensiero semplice, l’importanza di sviluppare un pensiero complesso, la perniciosità delle ricette fornite dai santoni della superstizione e del complottismo a fronte di quelle che solo un metodo causale e scientifico può essere in grado di mettere in atto. Tutto ciò ha certamente portato a un improvviso rovesciamento di paradigma o di Weltanschauung. Quanto a lungo riuscirà a resistere questo ritorno al razionale non è dato sapere, ma guardare al mondo in questa rinata prospettiva ci lascia un certo ottimismo per il futuro, che rimane comunque incerto. Parola di Candide.

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