Le relazioni tra scienza e democrazia sono complesse. Sul tema gioca la competenza e la sensibilità di ciascuno sugli obiettivi, sui metodi, sui garanti, sugli interessi particolari e collettivi in gioco sia nei riguardi della scienza sia nei riguardi della democrazia.
A questo tema ho dedicato due post. Nel primo ho descritto gli sforzi di impronta “istituzionale” messi in campo per una partecipazione più democratica – più indirizzata dal basso – ai progetti di ricerca finanziati dalla Comunità Europea. Questo secondo post è dedicato ai nuovi movimenti, diffusi in tutto il mondo, che mirano a coinvolgere i comuni cittadini in vari campi della ricerca scientifica, in modo particolare - ma non solo - su temi naturalistici, ambientali ed ecologici. Si tratta della cosiddetta Citizen Science: la Scienza dei Cittadini ovvero Scienza Partecipata.
PARTE SECONDA. CITIZEN SCIENCE
Per una ricerca partecipata.
Pochi anni fa (2014) l’Oxford Dictionary ha aggiunto una
nuova voce al suo elenco di oltre 600.000 vocaboli. La voce è Citizen
Science che viene definita come una "attività scientifica condotta
da semplici cittadini sotto la direzione o in collaborazione con scienziati e
istituzioni scientifiche". La partecipazione ai progetti promossi
dalla Citizen Science coinvolge una larga e composita base formata da studiosi dilettanti,
volontari, studenti, o anche semplici curiosi, seguendo specifici protocolli operativi
loro assegnati, partecipano alla raccolta e alla analisi di dati, allo sviluppo
di tecnologie, alla valutazione di fenomeni naturali, alla divulgazione e alla
diffusione delle stesse attività. Queste attività possono essere svolte sul
campo (con osservazioni, misurazioni, raccolte di campioni, di immagini) oppure
online, con raccolte o analisi di dati, immagini e quant'altro. Tutti questi
cittadini offrono il loro tempo e la loro attività a supporto di progetti condotti
da enti o istituti scientifici che li istruiscono. La loro attività è
utilissima in quanto aumentano in modo sostanziale il numero di occhi, di mani,
di dispositivi di calcolo e di cervelli a disposizione dei diversi progetti.
Fino a qui si può parlare di coinvolgimento popolare, non
necessariamente di democrazia. Tuttavia, trattandosi di partecipazione
volontaria, è ovvio che i cittadini coinvolti offrono la loro disponibilità di
tempo e di impegno a progetti che riguardo temi e scopi di loro interesse. È qui
che entra in gioco la democratizzazione. I progetti che trovano maggiore
supporto popolare sono quelli che più interessano alla gente. Va da sé
che la stragrande maggioranza dei progetti cui i cittadini offrono il proprio
supporto riguarda ricerche scientifiche nell'ambito delle scienze naturali,
dell’ecologia, dell’ambiente, del clima. In questo modo i cittadini hanno un
ruolo “attivo” nella democratizzazione di certi ambiti della scienza. Ma la
cosa non finisce qui.
Oltre a contribuire a fornire dati e risposte su specifici
ambiti scientifici, questi collaboratori volontari diventano in grado di percepire
problematiche, porre domande e indirizzare l’attenzione su questioni
ambientali, sulla salute pubblica, sulla gestione delle risorse naturali,
rendendo feconda la collaborazione tra comunità di cittadini e istituzioni
scientifiche.
C’è poi un effetto per nulla secondario generato da questa
collaborazione. Durante le varie fasi della ricerca sviluppata nell'ambito
della Citizen Science, i cittadini volontari vengono formati non solo alle corrette modalità di raccolta e condivisione dei dati, ma alla metodologia scientifica,
al pensiero analitico e al pensiero critico: una triade sempre indispensabile
per approcciare non solo specifiche ricerche scientifiche, ma buona parte dei
problemi che ciascuno deve affrontare nel corso della vita. È evidente quindi
che oltre al notevole contributo pratico che i semplici cittadini offrono alla
scienza, c’è un altrettanto importante contributo che la scienza restituisce alla
società tutta attraverso i volontari che partecipano in prima persona alle
attività promosse dalla Citizen Science.
C’è, come sempre, qualche detrattore critico che punta il
dito sul fatto che alcuni progetti di Citizen Science sono finanziati da
grandi gruppi industriali o da accaparratori di dati per il business del Big Data. É giusto non sottovalutare questi aspetti e certi rischi
connessi, ma è anche evidente che i cittadini – istruiti e competenti in tale
senso – sono in grado di giudicare e di scegliere persone, ambiti e istituzioni
nei quali ripongono la loro fiducia. É attraverso l'esercizio della scelta libera e competente che si realizza concretamente la democrazia.
In tutto il mondo la Citizen Science sta crescendo e sta democratizzando alcune aree della scienza. In Europa e in Italia il movimento cresce sia grazie all'impegno di persone e istituzioni, sia grazie al sostegno di alcune iniziative da parte dei progetti europei Horizon di cui si è parlato nel post precedente. A titolo d’esempio, tra i progetti finanziati e realizzati vi è quello europeo chiamato Doing It Together Science e i BioBlitz ambientali e naturalistici, come quelli organizzati dalla Regione Lombardia o come quelli organizzati dal Museo di Storia Naturale della Maremma.
In tutto il mondo la Citizen Science sta crescendo e sta democratizzando alcune aree della scienza. In Europa e in Italia il movimento cresce sia grazie all'impegno di persone e istituzioni, sia grazie al sostegno di alcune iniziative da parte dei progetti europei Horizon di cui si è parlato nel post precedente. A titolo d’esempio, tra i progetti finanziati e realizzati vi è quello europeo chiamato Doing It Together Science e i BioBlitz ambientali e naturalistici, come quelli organizzati dalla Regione Lombardia o come quelli organizzati dal Museo di Storia Naturale della Maremma.
La Citizen Science è ormai una realtà. Una realtà che conta quanto si parla di democratizzazione della scienza. Nella Citizen Science convergono i concetti di democrazia e di partecipazione, nei quali l’aspetto dell’avanzamento del sapere scientifico si coniuga alla perfezione con quello di educazione civica, di educazione al pensiero critico e a quello scientifico, e a quello del coinvolgimento dei cittadini nell'indirizzare le scelte scientifiche verso la soluzione dei complessi problemi che la società contemporanea nel suo insieme è tenuta a risolvere.