Trovo divertente che, alcuni giorni prima delle nomine dei prestigiosi premi Nobel, vengano consegnati i cosiddetti premi Ig-Nobel (da noi, volgarmente detti Ignobel), altrettanto scientifici e altrettanto ambiti.
Ci sarebbe molto da dire a proposito di questi riconoscimenti: ci sarebbe da discutere di appropriatezza dei finanziamenti, di relazione tra le scienze e la società che è il primo e più importante committente della scienza; ci sarebbe molto da dire sulla distanza tra gli interessi che riguardano le vette del sapere e e quelli della gente comune. Comunque sia, leggere l’elenco dei premi Ig-Nobel è una breve e gustosa pausa dagli affanni quotidiani perchè, come affermano gli organizzatori dell’evento, I premi assegnati “prima fanno ridere e poi danno da pensare”.
Molti dei premi assegnati
pochi giorni fa meriterebbero un serio approfondimento. Qui e ora vorrei
commentare il premio assegnato all’egiziano Ahmed Shafik “per aver studiato l’effetto di pantaloni di
poliestere, di cotone o di lana sulla vita sessuale e sulla fertilità dei
ratti”. Bene: prima si
ride. Ora, dopo aver riso per benino, bisogna pensare.
Detta
così, se ci immaginiamo un topo che indossa jeans di cotone con una foggia alla
moda e un altro topo con indosso i pantaloni sdruciti di una tuta da ginnastica,
potremo scommettere che la vita sessuale del primo sia decisamente più
soddisfacente di quella del secondo. I risultati sperimentali
del Dr. Shafik lo confermano. Qui è necessaria un’altra risatina sotto i baffi
(i nostri e anche quelli del topo). C’è qualcosa di serio in tutto ciò? Si, in
tutto ciò ci sono parecchie cose di un certo interesse.
La prima cosa è un po’
sconcertante. Il premio al Dr. Shafik è “alla memoria”: Shafik è morto a 74
anni nel 2007, nove anni fa. La domanda è: “Perché mai conferire un premio
simpatico quanto prestigioso a un ricercatore morto da parecchio tempo per una
ricerca che potrebbe essere del tutto ininfluente sulle sorti del mondo?”.
Questi premi dovrebbero godersi e bruciarsi nel giro di poche settimane. C’e
qualcosa sotto? La risposta è che c’è sempre qualcosa sotto.
Ahmed Shafik era un chirurgo urologo egiziano. È stato un pioniere dei trapianti (ha effettuato il
primo trapianto di vescica) e ha lavorato a un dispositivo chiamato vescica
artificiale. Negli ultimi quindici anni di carriera (in tempi non sospetti
rispetto al Fertility Day) ha studiato i problemi della fertilità maschile
e femminile. Dal 1993 al 2007 ha pubblicato una serie di articoli sperimentali
(sul topo, sul cane e sull’uomo) riguardanti gli effetti delle cariche
elettriche (campi elettrostatici) sulle cellule e sulle funzioni sessuali e
riproduttive. In breve, i pantaloni di tessuto sintetico creano campi
elettrici che a lungo andare influenzano negativamente la fertilità. I
pantaloni di cotone, essendo elettroneutrali, non interferiscono sulla
fertilità (questi, in parole povere, i risultati delle sue ricerche). Per il complesso delle sue attività, egli è stato candidato - pare - al premio Nobel,
quello vero, premio che però, non gli fu assegnato. E qui viene fuori il problema del
“politically correct" o "incorrect”, che dir si voglia. Ma per avere ben chiara
tutta la situazione va detto che, negli anni sessanta, il lavoro di ricerca del
Dr. Shafik è stato è stato fortemente contrastato dal potere politico egiziano:
egli risulta essere stato arrestato e imprigionato per tre mesi nel 1963 e per
un anno nel 1964, mentre lavorava al trapianto di vescica e alla vescica
artificiale. Qui la situazione si fa complessa. Qual era il problema? Il lavoro
del Dr. Shafik era eticamente inaccettabile? Era inaccettabile per l’etica
scientifica occidentale? Era inaccettabile per i regolamenti in vigore in
Egitto? L’argomento genito-urinario non era ben visto per motivi sociali o
religiosi? O, semplicemente, Ahmed Shafik non era gradito all'establishment che faceva capo a Nasser (Gamal Abd el-Nasser), allora presidente della Repubblica Egiziana? A queste domande non abbiamo risposte. Abbiamo però una candidatura
al premio Nobel approdata all’Accademia di Stoccolma. Questo è indubbiamente un
segnale “politico” della scienza occidentale a quella medio-orientale: un
segnale di apprezzamento per il lavoro del Dr. Shafik e un contemporaneo
segnale ai politici medio-orientali che voleva dire: “attenzione, l’occidente
non vi toglie gli occhi di dosso”. Presa di posizione politica che, però, s’è
fermata a metà dato che al Dr. Shafik il premio Nobel non è stato assegnato
(non vorremo mica dare un premio Nobel per la medicina all’Egitto, con tutti
gli americani, i giapponesi, e gli inglesi in lista d’attesa…!). Nel frattempo,
il povero Dr. Shafik ha pensato bene di togliere il disturbo risolvendo il
problema politico, Nobel si - Nobel no, agli
accademici di Svezia. Qualche anno di silenzio, una debita moratoria mentre in Egitto il clima politico era troppo agitato, e poi ... ecco arrivare l’ambito Premio Ignobel, quasi un risarcimento
“in memoriam”, ma sempre col dito puntato sui politici medio-orientali: “Vi stiamo osservando, attentamente”.
Questa la mia lettura dei
fatti. Sempre pronto ad essere smentito.
Dr. Ahmed Shafik: Ig-Nobel prize 2016, “in memoriam” |
Ultima notazione. Tutte
le informazioni attinenti alla vicenda le ho trovate in rete. Le notizie
biografiche di Ahmed Shafik sono facilmente reperibili, così come le pubblicazioni scientifiche riguardanti le sue ricerche (archivio PubMed). Poiché l’affidabilità delle rete non è cosa del tutto certa, tutte le
assunzioni la cui fonte unica è data dalle rete devono essere maneggiate con prudenza.
Nessun commento:
Posta un commento